Thomas Hobbes – Tutto

Tommaso hobby (1588-1679) era filosofo e teorico politico🇧🇷 Autore di opere che coprono concetti di politica, psicologia, fisica e matematica. Ha scritto Leviatano (1651), trattato politico che gli valse persecuzioni e molti discepoli.

Tommaso Hobbes
Thomas Hobbes di John Michael Wright (XVII secolo)

biografia di Hobbes

Hobbes è nato a Westport, in Inghilterra. Figlio di un vicario ignorante, fu educato da uno zio. Studiò i classici e all’età di quattordici anni tradusse in versi latini Medea, scritta da Euripide. All’età di quindici anni andò all’Università di Oxford, dove studiò logica e filosofia, in particolare l’Aristotele greco.

Tra il 1608 e il 1610 fu precettore di Lord Hardwich (il futuro conte di Devonshire), con il quale viaggiò attraverso l’Italia e si stabilì in Francia. In quel periodo iniziò a studiare le opere di Galileo, Keplero ed Euclide.

In Italia visitò Galileo, che ebbe un’influenza decisiva sulla formazione delle sue idee filosofiche. Come risultato di questo incontro giunse a collegare le sue preoccupazioni per i problemi sociali e politici con il suo interesse per la geometria e il pensiero dei filosofi meccanici.

Se il principio che la somma degli angoli di un triangolo è uguale a due retti fosse contrario agli interessi dei proprietari, si cercherebbe di annullarlo bruciando i libri di geometria.

Hobbes tornò in Inghilterra nel 1637, dove alimentò violenti dibattiti sulle sue idee, in un momento in cui la situazione politica aveva dichiarato la guerra civile.

Hobbes favorì il potere reale e si ritirò in Francia nel 1640, quando l’arcivescovo Laud e il conte di Strafford, i principali aiutanti del re, furono portati alla torre con l’accusa di cospirazione.

La sua permanenza a Parigi fu di intensa attività intellettuale. Confutò Cartesio, insegnò matematica a Carlo II (figlio di Carlo I) d’Inghilterra, anch’egli in esilio.

Leviatano

Leviatano Thomas Hobbes
Scarica il libro Leviatano di Thomas Hobbes

Nel 1651, Hobbes pubblicò Leviathan, che consolida ed espande il suo lavoro sulla politica. Poiché Leviathan non era contento della Chiesa cattolica e del governo francese, fu costretto a lasciare il paese.

Tornò a Londra e dichiarò di essere obbediente al ministro inglese Cromwell. Negli ultimi anni della sua vita scrisse la sua autobiografia e tradusse in versi latini l’Iliade e l’Odissea.

Nel 1679, all’età di 91 anni, morì durante una spedizione con il conte di Devonshire.

Pensieri politici di Hobbes

Per Hobbes tutta la conoscenza viene dai sensi, la passione è più forte della volontà. Nella morale e nella politica, da questa teoria emergono le seguenti cose: i sudditi dello Stato sono fortemente individualisti e si riuniscono in comunità solo perché questo è il modo migliore di vivere.

Questa quasi-guerra viene analizzata in Leviathan. Leviatano, nel libro di Giobbe, nella Bibbia il mostro che governa il caos primordiale. Per Hobbes lo Stato è il Grande Leviatano, il dio immortale che vince e assorbe l’individuo, anche se è stato creato per servirlo.

Hobbes fu autore di diverse opere come: De Cive (1642), Leviathan (1651), De Corpore (1655) e De Homine (1658).

In ognuna di esse parla di uno Stato Naturale in perenne guerra, esprimendo bene il suo pensiero nella frase: “Bellum omnia contra omnia, homo homini lupus” (È un uomo lupo).

Hobbes e il contratto sociale

Il Contratto Sociale sarebbe un accordo tra i membri della società, che riconosce l’autorità di un proprietario sovrano, proprietario di diritti illuminati. Lo Stato assoluto è l’unico Stato che potrebbe far rispettare il Contratto sociale e garantire l’ordine e la pace nei rapporti tra gli individui.

Per costruire una società tutti devono cedere alcuni diritti naturali al governo o ad altra autorità. Con questo, si ottengono i benefici dell’ordine sociale e si stabilisce un mutuo accordo per non distruggere l’altro.

Hobbes, John Locke e Jean-Jacques Rousseau sono i filosofi più famosi che hanno aderito al contratto sociale.

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